From Lorenzo Manini (unpublished)
Signore,

Le Lettere Americane, di cui per la prima volta si è quì procurata una compita edizione, sono uno de’ più bei monumenti della Storia e della Filosofia. Se la scoperta del Nuovo Mondo ha prodotte le più grandi rivoluzioni sul nostro Globo, se l’Europa in particolare ha mutato intieramente d’aspetto co’ suoi stabilimenti nelle due Indie, se il commercio, che è il vero sostegno delle Nazioni, è giunto per ciò all’ apice della sua grandezza, se colle nuove ricchezze pervenuteci da quelle rimote Contrade l’Economia politica degli Stati si è ridotta ad une Scienza interessantissima, e se i Mari al presente sono coperti da Padiglioni di quasi tutti i Popoli, qual oggetto può concepirsi mai più luminoso, e più degno delle meditazioni e delle ricerche del Filosofo di quel che sia il grande Emisfero, dal quale, come da unica sorgente, hanno avuta la loro origine tanti e così singolari avvenimenti? Dopo il silenzio di tanti Secoli, dopo l’ignoranza di tutte le più colte Nazioni, che pure avevano de’ Vascelli sopra i Mari e conoscevano in qualche modo l’Atlantide, qual sorprendente spettacolo fù quello di vedere una quarta Parte aggiungersi alla Terra, o piuttosto une metà des Mondo a questo Globo già da lungo tempo così poco conosciuto! Questa fu, e sarà sempre il Teatro dell ’Universo, l’epoca di tutti i cambiamenti politici tra gli Uomini, ed il fonte più sincero della Storia fisica del nostro Pianeta. Ma l’esame de’ costumi, delle leggi, e di tuu’altro che riguarda l’America ed i suoi antichi Abitatori, era riserbato a’ Filosofi del Secolo decim’ottavo, ai Storici de’ nostri tempi. Or che i privati interessi tacciono, or che la manie delle conquiste è svanita, or che la guerra ha i suoi diritti, or che la fallace superstizione ha perduto il suo credito, or che il trasporto per tutto ciò che sà di maraviglia non ha più il vigore di prima, or che al pregiudizio ed alla impostura è subentrato le spirito di ragione e di verità, or che si contempla la natura colla scorta fedele della Fisica del Cielo e della Terra, ora solamente, io dico, si poteva dallo Storico Fisolofo meditare e scrivere sul più grande degli avvenimenti, ed occuparsi nel tempo stesso a sviluppare la teoria del Mondo, che a’ nostri giorni conosciamo. Dopo i Scritti però di Paw, del Sig. Baily, del Conte di Buffon, e d’altri uomini insigni, eccovi, o Signore, un Opera di un altro illustre Autore, che in Italia dopo tante osservazioni di Scrittori così celebri è stato il primo a darci la più grandiosa ed adequata idea di quel gran Continente, in cui a ragione Voi dovete gloriarvi di essere essere nato. Nò, gli antichi Romani, i tanto decantati Eroi della terra, non esistono più, e più non si fanno sentire per il Mondo quelle voci gloriose: Sono un cittadino di Roma. Ma ogni Americano potrà sempre e con più ragione dire agli Abitatori delle altre trè parti dell ’Universo: Sono un cittadino di America, un cittadino di quella Regione, che ha ingrandito il Globo, che ha esteso il catalogo del genere umano, avvicinati tra di loro gli uomini, accresciuta la potenza delle nazioni, e messa l’Europa nel più gran fermento di lusso, di cognizioni, e di grandezza.

Non mi chiedete, o Signore, nè del nome, nè del rango dell’Autore, che Vi presento. Vi sarà forse noto e l’uno, e l’altro. Vi basti sol di sapere ch’Egli è un ammiratore de’ Vostri rari talenti, come le sono io, e delle Vostre dottissime Opere, che hanno fatta une così felice rivoluzione nella Fisica. Vi basti sapere, che è un Filosofo, che dalla pacifica tranquillità del suo Gabinetto non ha perdonato nè a tempo, nè a fatiche, nè a vigilie per verificare ed illustrare la Storia della vostra Patria. Egli per altro non ha preteso mai di scrivere une Storia. Io sono il ìrimo a confessarvelo con candore. Egli solo dall’ ammasso informe e complicato di tante e così diverse notizie, che delle Vostre Contrade ci hanno lascitato gli antichi Scrittori, e molti anche de’ moderni, si è studiato di separar le vere dalle false, di far nuovi esami, nuovi calcoli, nuove conghietture, di chiamar la Fisica in ajuto della Storia, e di delineare così il quadro dell’ America, e del Mondo.

Ora un ’Opera di questa natura non poteva essere, o Signore, consecrate che a Voi, a Voi che nella nostre Europa siete così ben conosciuto e stimato. Voi, che formate la gloria della Republica de’ Filosofi, Voi Americano, Voi che vi siete reso l’ornamento principale de’ Vostri Compatrioti, Voi solo potete essere il Giudice competente del merito di questo Libro, Voi solo leggendolo potrete in fine decidere qual sia l’Europeo, che sinora ci ha meglio istruiti delle Vostre Regioni. Io ho dunque l’onore di presentarvelo, e sono pieno di fiducia che sarete per gradirlo come di cosa, che così da vicino Vi appartiene. Io ho voluto in ciò imitare il Sig. Regnier, che trattandosi di pubblicare la Raccolta delle Leggi constitutive delle Colonie Inglesi sotto la denominazione degli Stati Uniti dell’America Settentrionale, Egli ha voluto collocarla sotto i Vostri auspici. Io son sicuro che anche all’Opera, che Vi offro, compartirà il Vostro Nome un lustro maggiore. E pieno della più alta stima mi dichiaro Di Voi, Signore, Devmo ed Obblmo Serv.

Lorenzo Manini

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