From Gioanni Francesco Viglione (unpublished)
Da Torino li 22 genaio 1785
Illmo. Signore Signor Professore Colendissimo

L’insigne vostro merito, come nel glorioso maneggio degli affari politici di vostra nazione, così nei vari rami della naturale scienza, e specialmente in quello appartenente all’elettricità, che a giusta ragione da voi riconosce il primo suo essere per la semplicissima teoria datane, e la sua ampissima estensione a’ fenomeni eccitati coll’arte, per vaghezza, varietà, e minutezza atti una volta a somministrare uso piacevole, assolutamente passaggiero trattenimento, e risvegliare una pigra ed infruttuosa curiosità, ed a’ fenomeni eccitati dalle sole naturali forze nella materia ignea ed acquea, alcuni con orrore, altri con superstizione; ad altri con sola ammirazione riguardati una volta dall’uman genere; onde ad invidia del tempo gloriosa sempre andrà la vostra America d’avervi dato alla luce, e la nostra Europa d’avervi in se accolto, e personalmente ammirato, vorrebbe pure, che insigne pregio seco recasse ciò, che osa presentarvi un allievo delle vostre celeberrime produzioni, ed un discepolo del dottissimo Professore Beccaria principale vostro seguace.

Quindi non la gioconda speranza di meritare il vostro compatimento, che unicamente potrebbe essere l’oggetto de’ miei desideri, ma solo la stretta obbligazione, e il preciso dovere di rassegnarvi un risultato di mie disquisizioni vero figlio dei vostri pensieri per semplicità, estensione, fecondità di consequenze, ed attitudine ad indirizzare chiunque per il diritto, ma difficile sentiero del vero nell’intricata ricerca della natura sempre ed in tutto originali mi porta a presentarvi la qui unita mia opera, pregandovi di gradire un mio primo sforzo, e nello stesso tempo di compatire l’infelicità, con cui ne fu eseguita la stampa principalmente in quanto all’esattezza e correzioni.

L’ingenuo poi amore vostro del vero, infallibile carattere dell’animo ben fatto, generoso, e sempre grande, il quale in voi tanto più ravviso, quanto più rileggo e medito profondamente le opere vostre, sempre nuovo piacere insieme, e sempre nuove instruzioni ricavandone, mi fa sperare, anzi non mi lascia punto dubitare, che, data un’occhiata alle coserelle mie in qualche brevissimo ritaglio di tempo e momento d’ozio concedutovi dai rilevanti affari vostri, voi non siate per rinfrancare coi luminosi vostri riflessi, ed incoraggire il mio piede ancora dubbio nell’intrappreso cammino, o richiamarmene secondochè indirizzato al vero mi scorgiate, oppure dal medesimo mi vediate travviare; e mi toglie quel ribrezzo, il quale altrimenti avrei nell’adempiere il detto mio dovere per ritrovarmi da Voi e dal Professor Beccaria discordante intorno alla sede della carica, la quale colla scorta dei primari e fondamentali principi di vostra teoria, e dei grandiosi fatti sperimentali scoperti ultimamente, ed a voi noti, e di alcuni scoperti da me io ripongo interamente nell’attigua superficie dell’armatura, se trattasi della carica dell’aria, e per una massima parte nell’attigua superficie dell’armatura, e soltanto per la rimanente parte minima nella superficie opposta del vetro, se trattasi della carica ordinaria del medesimo. Al quale parere per altro soltanto ultimamente e dopo stampata l’opera mia riconobbi e seppi condotto, quantunque per altra strada, anche il Celebre nostro Signor Dottore Cigna Professore d’anatomia nella nostra R. Università di Torino, in occasione che, presentandoli la mia opera, cortesissimamente egli si compiacque di accennarmi alcune sue particolari sperienze già da se pubblicate e stampate nei tomi della Miscellanea della R. Accademia di Torino, le quali tosto lessi in detti tomi graziosissimamente regalatimi in simile occasione dal Signor Conte di Saluzzo Presidente della stessa Accademia.

Così potessi pure per giudizio vostro aver fatto un nuovo passo verso il vero; che una nuova mirabile semplicità, ed ampissima estensione ottenendo la teoria vostra mediante lo scioglimento dei quattro principali nodi trovatisi finora insolubili nella scienza elettrica, e la subordinazione di tutti gli elettrici fenomeni, che succedono nell’aria, nel vento, ed in simili altri corpi coibenti, e di tutte le proprietà dell’elettriche atmosfere ad una sola legge, ad un solo comune principio, dalla varia modificazione del quale ogni varietà di quelli debba ripetersi, esuberante premio avrei di mie fatiche atto a stimolarmi ed incoraggirmi a migliorare e promuovere le cose già fatte, come desidero, ed avrei saputo con qualche profitto tener dietro alle traccie luminose di voi e del Professor Beccaria, personaggi li più insigni, che vanti il secolo nostro in questo genere.

Intanto godavi, ed abbiavi felice il nostro continente, e ad universale instruzione e vantaggio il mondo intero; e concedavi il cielo quel numero d’anni di vita, di cui abbisognano le scienze ed arti e li vantaggi di vostra nazione, e che corrisponda ai pregi vostri, di cui io non cesserò mai d’essere uno de’più ossequiosi ammiratori, e de’ più solleciti sequaci.

Umilissimo ed Obbligatissimo Servidore
Gioanni Francesco Viglione
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