Dopo che mi avete fatto addimandare di Epino, io Lo ho riletto anche la seconda volta, e oltre all’avervi inteso, come già vi ho scritto, Lo sperimento di Richman, ho notato particolarmente.
I. Che Epino conoscea, che non v’ha movimento tra’ corpi uno elettrizzato L’altro no. Epperò tocca ad Epino questa determinazione, cui io attribuiva a me ne’ fogli dell’atmosfera elettrica.
II. Che Epino ha addotto alcuno sperimento dell’Elettricità vindice; v[erbi] g[ratia] di stropicciare una contro L’altra due Lastre guernite di manico isolatore, le quali congiunte non segnano niuna elettricità, disgiunte segnano elettricità contrarie. Probabilmente questa sperienza Epino La ha tratta dalla sperienza di Pekino, cui ho addotta nelle sperienze dell’elettricità vindice.
III. Mi è poi piaciuta singolarmente La teoria magnetica Epiniana massime intorno al punto, che il magnetismo s’induce confacentemente alla posizione, cui hanno al sistema magnetico terrestre i corpi, che ne sono capaci. Il magnetismo indotto colla scintilla vi consente.
Universalmente poi l’opera di Epino mi è paruta molto degna. Ma la memoria del Sigr. Cawendisk mi pare superiore massime nel ridurre il valore dell’azione elettrica alla ragione inversa de’quadrati delle distanze molto prossimamente, e nel ridure conseguentemente le elettricità alle facce de’ corpi.
Ma sinceramente, come io ho già scritto, non so arrestarmi nella pura attrazione e ripulsione nella parte, che risguarda i fenomeni elettrici derivativi. Il vedere l’atmosfera elettrica, che dalla faccia sovrana del vostro quadro si va grado grado estendendo, e si ripiega sotto a’ margini nudi, e successivamente ne va occupando anche la parte armata dell’inferiore faccia, ed altre si fatte infinite sperienze, mi astringono a riserbare v[erbi] g[ratia] La ripulsione per La forza primitiva del fuoco elettrico.
Un amico mi ha fatto vedere l’articolo xvii dell’appendix to the montly review volume forty seventh pag. 552. Bramerei, che gli deste un’occhiata. La mia vanità mi avea voluto persuadere, che a dettare tale articolo abbia avuto parte la gelosia della plebbe, e che La menzogna vi sia entrata per qualche cosa.
Ho letto con piacere gli elogi, che Priestley dà all’elettrometro di Elsmey. Ne ho costrutto uno doppio per ogni modo. I. abcde, abcde sono due cartoncini, la figura de’ quali risulta da un rett-angolo acdf, e da due semicerchi abc, fed. II. Essi cartoncini sono annessi alla sommità della colonnetta gh sicchè restano paralleli, e distanti alcune linee uno dall’altro. III. La Testa g della colonnetta porta un capelletto di ottone, che regge due fini e mobilissimi perni corrispondenti a’centri v, ed v de’ semicerchi. IV. A’ perni sono annessi i pendoli vp, vp, &c.
Eccone i vantaggi. I. Tra due piani vicini non si dispiega niuna elettricità, e quelle che si dispiegano attorno a’ margini si vogliono supporre eguali. Epperò il movimento de’ pendoli non è disturbato dalla forza dell’elettricità dispiegantesi dall’unico piano di Elsmey; la quale forza mira ad allontanare il pendolo normalmente dal piano; mentre la forza, che ne dee dare la misura mira a muoverlo parallelamente al piano medesimo. II. Uso due pendoli; perchè il confronto delle loro divergenze mi serve di guida a situare l’elettrometro in modo, che sia menomamente disturbato da’ corpi aggiacenti; e anche quando L’elettrometro è situato ottimamente, mi piace di prendere la semisomma delle due divergenze.
Sono parecchi anni, che uso un elettrometro per misurare le picciole elettricità atmosferiche, per le quali non serve l’elettrometro di Ensnley. Se non temerò di annoiarvi, ve ne manderò La descrizione.
Se mi occorrerà di scrivere di cose elettriche farò un picciolo ristretto di Epino, e Cawendisk &c.
Io avea scritta questa carta unicamente per memoria di materia da scrivere; ma ora ricevo La lettera d’inbarco delle 500 copie; non ho tempo a riscrivere, nè vuo differire, Epperò perdonate Chiar-[issim]o Signore alla improprietà, e al disordine di questa lettera. Le copie delle tavole sono 508 tutte unite; inoltre, siccome alcune copie della seconda tavola sono con pocha margine, v’è il supplemento.
La spesa della carta e impronto è di L piemontesi 116 soldi 7½. Non so peranche la spesa della cassa, e del trasporto a Nizza; ne manderò la nota; E se vorrete mandarmi alcuna copia della traduzione (e poche mi basteranno) saro soddisfatto. Sono curiosissimo di sapere se il Signore Priestley ha cercato di avverare un mio sospetto